- Carciofi, 6
- Aceto di vino, 1/2 Bicchiere
- Cipolla scalogna, 200 g
- Fave verdi tenere, 800 g
- Olio d'oliva, 100 g
- Pepe
- Piselli freschi sgranati, 500 g
- Sale
- Succo di limone
E' questa una sicilianissima pietanza che non ha riscontro altrove. Può darsi, che nel nome, derivi dal latino frigere, giacché è nella grande padella che si forma questo appetitoso contorno, usato sempre più spesso nella Sicilia occidentale (dove nasce) come antipasto, durante la precoce primavera siciliana e dura finché gli ortaggi di cui si compone risultino tenerissimi, essendo ancora delle primizie. Spuntare i carciofi, tagliarli a quarti e ammollarli in acqua fredda con succo di limone. A parte lessare la cipolla al dente, e poi rosolarla nell'olio, finché diventi cremosa. A questo punto unire i carciofi, dopo averli ben sgocciolati; aggiungere olio ed unire le fave e, per ultimo, i piselli. Condire con sale, pepe e mezzo bicchiere d'aceto, continuando la cottura finché l'aceto non sia quasi del tutto evaporato. Conservare in frigo la frittedda e servirla il giorno dopo.